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… su quattro ruote

Riceviamo la newsletter di Alex Zanardi che pubblichiamo:

sono a Roccaraso, splendida cittadina dell’appennino abruzzese che, una volta di più, mi porta a pensare che l’Italia sia davvero il più bel Paese del Mondo.
Mi trovo qui perché, inseguendo il sogno di partecipare ai Giochi Paralimpici di Londra 2012, mi sto preparando per il prossimo Mondiale della Danimarca assieme agli splendidi compagni della Nazionale Italiana. Infatti saremo qui in ritiro fino al prossimo 30 Agosto e poi, pochi giorni dopo, via! Si parte per la gara più importante dell’anno.

Oggi però, mentre ritempravo le braccia dall’allenamento mattutino, ho acceso il computer, mi sono collegato in rete e , cosa che non facevo da un po’, sono venuto al “Bar Sport” per leggere le vostre lettere.

Come al solito ci sono una serie di inviti ai quali non posso che rispondere così: Amici, in tanti mi “tirano per la giacca” e, proprio perché impegnato nelle mille opportunità che la vita mi ha concesso, faccio davvero fatica a trovare altro tempo per aggiungere nuovi impegni.
C’è la Famiglia, le passioni, il lavoro, gli impegni di carattere sociale per Bimbingamba, progetto che io stesso ho contribuito a creare e che conta sulla mia fondamentale disponibilità per assicurare le risorse necessarie agli interventi che opera sui nostri piccoli pazienti.

Poi ci sono le richieste di persone che mi sono vicine, altre di conoscenti che hanno il mio numero in agenda ed altre ancora che mi raggiungono attraverso la mia mail od ottenendo il mio numero telefonico chissà da chi.
Sembra un atteggiamento da “primadonna” e pur ringraziando il destino per ciò che mi ha dato, compreso il fatto di essere sempre al centro delle vostre attenzioni e richieste, talvolta diventa un “lavoro” anche solo rispondere gentilmente a chi mi fa giungere la sua proposta.
E’ per questa ragione che ho scritto più volte in passato di non lasciare inviti sul “blog” del sito e ancora una volta rinnovo questa preghiera.

Rispondo però alla Mamma di Thommy e ad Andri, che mi chiede della mia carriera e se mai tornerò a correre in auto.

Alla prima dico che se il suo bambino svilupperà una passione, questo non potrà far altro che farlo crescere nel modo migliore possibile. Il tuo aiuto, cara Mamma “anonima”, deve però essere quello di aiutarlo per quel che puoi e non per quel che vorresti.
Tu certamente sogni per lui più titoli mondiali di Schumacher, ma ricorda che il sogno di un bambino deve essere un “faro” per capire dove puntare nella vita e più tardi diventerà un’ambizione, più facile sarà per lui coprire la distanza che lo separa da quel sogno.

Anch’io da bambino sognavo la mia macchina “Rossa” e sai che c’è, alla fine l’ho trovata, anche se era in America e diversa da quella che avevo immaginato.
In ogni caso se ci sono arrivato è perché ho amato ogni singolo giorno, ora e attimo del fantastico percorso che ho compiuto.
Vincere a Michigan davanti a duecentocinquantamila persone, non è stato per nulla più emozionante che abbracciare mio padre quando, a Jesolo, nel 1981, vinsi la mia prima gara di go-kart. Questo non perché più tardi nella mia carriera fossi diventato immune alle emozioni, ma semplicemente perché già allora, due Genitori fantastici mi avevano insegnato ad apprezzare le cose, ad amare ed accettare ciò che il mio impegno e, lasciami dire, ogni tentativo ragionato, mi permetteva di fare.

Sembra ieri, sento ancora l’eco del suono del mio piccolo motore Dap che spingeva il mio kart mischiarsi col rombo dell’Honda potentissimo che mi ha lanciato verso tanti successi in America.
E poi ancora il suono armonioso del sei cilindri BMW che mi ha portato a rivincere contro ogni pronostico da disabile ad Oschersleben, quello del quattro che mi ha permesso di vincere ancora con la nuova 320SI e, siccome sono un sognatore, mi pare già di udire anche quello della macchina che guiderò quando questa fantastica avventura della Handbike, dopo aver raggiunto il suo culmine che per ora ha ancora la veste di un sogno, lascerà nuovamente spazio alle auto.
Sembra ieri, però anche se oggi sono “Zanardi” e sarebbe retorico negare che “Zanardi” non trovi tante porte spalancate, allora ero solo un ragazzino pieno di entusiasmo per quel che facevo, figlio di un “saggio” idraulico e di una casalinga meravigliosa e se sono arrivato dove sono oggi è per quel che dicevo prima; ho amato tutto quello che ho fatto, senza questo, nessuna ambizione sarebbe stata sufficiente a farmi superare tutti gli ostacoli che mi si sono parati davanti lungo la strada.

Oggi è un po’ la stessa cosa, Londra in fondo è una buonissima scusa per uscire il lunedì mattina e fare cento chilometri sfidando ogni volta le capacità del mio fisico; fosse solo per l’ambizione mi sarei già stufato. Fosse solo per quello, guarderei i miei compagni del gruppo della Nazionale Paraciclistica Italiana come dei “Signor nessuno” e invece sono gli eroi, gli esempi fantastici che ho avuto la fortuna di conoscere e che mi hanno insegnato tantissime cose.
Se una persona riesce a fare le cose con passione, da un certo punto di vista non ha nessuna fretta di arrivare in cima, perché imparerà un giorno che quel’agognato momento coincide spesso con la soddisfazione più grande, ma anche con la fine del gioco. E se quel gioco finisce, bisogna sapersi inventare qualcosa di nuovo per ritrovare sensazioni simili.

Cara Mamma di Thommy, augurati questo per il tuo bambino, che dia sfogo alla sua passione, che faccia da solo, sbagliando anche tanto per carità, ma che dai propri errori sappia ripartire correggendo il tiro. E augurati che nei giorni vittoriosi non si monti la testa pensando di aver già imparato tutto, ma che sappia al più trovare autostima e voglia di andare a cercare quel che c’è rimasto da raschiare in fondo al barile per migliorare ancora divertendosi a farlo.
Poi, se vincerà otto titoli mondiali, tienimi una fetta della torta che farete per festeggiarlo, ma non occorre aspettare quel giorno per incontrare la felicità e se saprai spiegargli questa cosa gli farai il regalo più bello che una Madre può fare a un figlio.
In bocca al lupo!

Ah, dicevo… Quando l’handbike lascerà più spazio al resto farò..
…Credimi Andri, ci sto lavorando e , sapendo quel che so io, non è inverosimile che questo “vecchietto” possa sparare ancora qualche fuoco d’artificio dopo Londra. E sai che c’è? Voglio farlo su quattro ruote!

Anche se mi faccio vivo di rado sappiate che apprezzo il vostro sostegno e sono conscio del fatto che senza di Voi, senza qualcuno che ti apprezza e pensa che la tua presenza valga il prezzo del biglietto, bèh non avrei mai potuto fare tutte le cose belle che ho fatto.

E’ una buona occasione quindi per dirvi grazie. Vi voglio bene,a Ennio e a voi tutti ciaoooooooo!

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Short URL: http://www.paracyclingworld.it/wp/?p=793

Posted by redazione web on ago 29 2011. Filed under atleti, news. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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