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Lettere dall’Australia…

Pubblichiamo la newsletter di Zanardi, di ritorno dalla prova di Coppa del Mondo in Australia.

Ciao Amici,
sono tornato Sabato dall’Australia e francamente devo ancora riprendermi.  E’ il viaggio più lungo che ho fatto da quando viaggio su un paio di protesi e vi confesso che l’ho accusato un po’.  Tuttavia ne è valsa la pena… Tre medaglie d’argento! Le ho qui davanti a me, rappresentano un bottino che, da bravo ottimista, speravo di portare a casa, ma che francamente si allinea con le più rosee aspettative e non certo con il minimo sindacale che mi avrebbe comunque soddisfatto.
Io infatti, sarei stato contento del podio, in qualsiasi posizione in una gara individuale, preferibilmente la crono, dove il risultato tende a dipendere unicamente dal valore del tuo sforzo. E invece è andata molto meglio, ora vi racconto perché.
Nella gara in linea di Mercoledì scorso il plotone si annunciava agguerrito. Con le sole defezioni dello Spagnolo Arzo e del Belga Vim Declair, la concorrenza verso il podio vedeva i soliti Sanchez e Van Dyk a capitanare gli avversari più temibili.
La gara si è svolta sul circuito automobilistico di Eastern Creek, vicino a Sydney, dove non ho mai corso in auto, ma ho incredibilmente riconosciuto il luogo visto che ben 25 anni fa lì vicino avevo corso e vinto con il go-kart. Un circuito che comprendeva la pista, una strada di collegamento e il rettilineo di accelerazione dei dragster, collocato poco distante. Insomma, quasi nove chilometri da ripetersi 8 volte per un totale di 70 km ricchi.  Si annunciava una faticaccia e così è stata. Al secondo passaggio Sanchez ha rotto gli indugi. Con una violenta accelerazione in un tratto di salita ha “tagliato le braccia” alla carovana. Sulla sua ruota siamo rimasti in tre: io e due Olandesi, Reekers ed il giovane Jetze Plat. A quel punto, io e l’Americano avevamo un interesse diverso dai due Olandesi. Noi tiravamo per staccare ulteriormente il gruppo, mentre Reekers e Plat si risparmiavano per costruire assieme qualcosa per il seguito della gara con la possibilità di far anche rientrare il terzo compagno precedentemente perso nel gruppo rimasto indietro.
Bèh, dopo altri due giri in quel modo Sanchez ha tirato un’altra “botta” che io ho contribuito a rendere più dolorosa visto che dopo un suo gancio di 40″ a tutta, l’ho passato tirandolo a mia volta per un periodo ti tempo analogo.
Risultato: siamo rimasti in tre, io Sanchez e Reekers. I valori erano chiari: Sanchez il più forte, io dietro di lui e Reekers che se pur leggermente un passo indietro, faceva la gara su di me aspettando un mio calo.
Credo quindi di aver ragionato con saggezza quando, due giri più tardi, ho “declinato” l’offerta di Sanchez di sparare le ultime energie nell’ennesimo sprint in salita. E ne ho avuto conferma subito, vedendo che l’Olandese mi è rimasto in scia e ben si è guardato da sprintare per raggiungere l’Americano che stava scappando, a dimostrazione che stava correndo unicamente contro di me, contro l’unica preda alla sua portata.
Rimasti in due ho cercato un ritmo buono, una velocità che mi permettesse di non fare rientrare nessuno su di noi, ma che al tempo stesso mi consentisse di recuperare un po’.
Reekers l’ha capito e in ogni tratto in salita tentava di mettermi pressione per farmi andare in crisi ma per mia fortuna non gli è bastato. Arrivati alla volata non c’è stata storia: so di essere forte in quella circostanza e non mi sono preoccupato più di tanto nell’iniziare lo sprint decisivo davanti, nella posizione di chi tira la scia. Ho atteso il momento giusto e, a poco meno di duecento metri dal traguardo sono partito bruciandolo con decisione.
Incamerata questa soddisfazione, il giorno seguente abbiamo corso il “Team Relay”, una gara a squadre concepita per fare gareggiare assieme atleti di classi diverse che rappresentano il proprio paese.
Anche lì grande gioia: grazie allo sforzo combinato mio, di Francesca Fenocchio e di Paolo Cecchetto , abbiamo portato a casa la piazza d’onore dietro agli Usa e davanti al Canada, bello!
Restava la pratica della crono: la prova, di più o meno 16km era tecnica con rettilinei relativamente brevi, curve e rilanci in salita in un circuito da ripetersi tre volte.
Bèh è andata bene, anzi, molto bene!
Allo scorso Mondiale Sanchez mi aveva dato una vita, venerdì scorso gli sono arrivato a poco più di 29″ staccando a mia volta di più di un minuto il più diretto degli inseguitori.
E’ una bella soddisfazione, la dimostrazione che il lavoro paga, ma che soprattutto inizio a capire COME lavorare! Gli amici del “LAB 3″ di Camin-PD sono stati fondamentali in questo, come importantissimo è stato il testimone che mi ha passato il mio vecchio allenatore Fabrizio Tacchino e il mio nuovo “Tutor” Stefano Rossi che mi sta seguendo attualmente. Loro sono importantissimi per il mio apprendistato perché, anche se ho 44 anni suonati, da un punto di vista del metodo di allenamento sono ancora un neofita..
Spero di imparare in fretta, anche perché alla mia età potrei avere da un giorno all’altro un crollo verticale!
Per ora comunque la “macchina” tiene e l’entusiasmo non mi manca.
Tra due settimane sarò a Piacenza per una prova definita “P1″ di Coppa Europa. Vedremo, poi a metà Giugno saremo in Spagna, a Segovia, per la seconda gara di Coppa del Mondo.

La sfida è eccitante e bisogna migliorare, fosse anche solo per rimanere dove sono arrivato.

Al lavoro quindi, Londra è vicina ! Ciaoooooo

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Posted by redazione web on mag 9 2011. Filed under atleti, featured, interessanti, manifestazioni, news. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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