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Gli amici del Velosport Borgonovese protagonisti alla Piacenza Paracycling

A giugno in bicicletta fino a Cracovia a casa di Papa Vojtila

Una storia nella storia della Piacenza Paracycling. Tra gli organizzatori della quinta edizione della manifestazione riservata a ciclisti disabili, anche quest’anno, come dal primo anno, c’era il Velosport Borgonovese. Una formazione solida, con tanti appassionati di ciclismo che hanno dedicato il proprio tempo libero alla perfetta riuscita della corsa piacentina. Chi impegnato agli incroci, chi a distribuire locandine informative, chi a fare da apripista agli atleti. Ogni tesserato della formazione borgonovese ha contribuito per permettere ad un centinaio di ciclisti di sfidarsi sulle strade della Val Tidone. Tra i volontari era presente anche quel gruppetto che poco tempo fa è partito – ovviamente in bicicletta – da Borgonovo per arrivare fino a Cracovia la città del papa Carol Wojtila. Il tutto in una solo settimana. A raccontare questa ennesima avventura è Sergio Maltauro, sempre presente nei grandi “giri” che hanno come comune denominatore la fatica, la passione per la bicicletta e ovviamente la partenza: Borgonovo.

“Salutati da parenti, amici e da una delegazione polacca, siamo partiti sabato 13 giugno per raggiungere in otto tappe Cracovia, in ricordo di una persona speciale e appassionata di sport: Carol Wojtila, il Papa che abbiamo imparato ad amare”, ha commentato Sergio. “Abbiamo attraversato la Pianura Padana, passando per Piacenza, Cremona, le province di Mantova e Brescia, con le loro distese di campi di mais e frumento. Passate poi le dolci colline moreniche di Pozzolengo e i suoi vigneti, abbiamo proseguito per Peschiera, costeggiato il Lago di Garda, pedalando sulla Gardesana Orientale, fino a Torbole. A Nago ci siamo spostati sulla ciclabile che costeggia il Fiume Sarca, godendo di tranquillità e della piacevole vista del castello medioevale arroccato di Arco. Sempre attraverso stradine secondarie, siamo arrivati a Dro”.

Domenica la pedalata è proseguita attraverso vigneti e alte montagne, passando per gli abitati di Pietramurata, Sarche e il Lago di Toblino. Quindi Trento, lungo la ciclabile dell’Adige fino all’abitato di Zambana famosa per la produzione dell’asparago bianco. A Lavis, di nuovo su un’altra ciclabile, quella dell’Isarco, fino a Bolzano. “Da qui, abbiamo proseguito sulla ciclabile dell’Alta Val Pusteria – ha raccontato il borgonovese – passando per il Borgo di origine germanica di Chiusa. Un percorso ricco di ripidi sali-scendi nei boschi e prati che ci ha portati a Brunico, principale centro della Val Pusteria, attraversato dal Fiume Rienza. Questa tappa è stata caratterizzata da un forte vento nel finale, sulla salita che ci ha portato frastornati e stanchi, a Dobbiaco”.

Il lunedì il percorso studiato in precedenza a tavolino ha portato la squadra piacentina da Dobbiaco fino a Faaker See, in Carinzia, cittadina famosa per il suo raduno europeo di Harley Davidson. Martedì 16 giugno, arrivo in Slovenia a Maribor per un totale di 180 chilometri. Mercoledì 17 giugno di nuovo sulle strade austriache, poi in Slovenia, quindi ancora in Austria per terminare in Ungheria a Bukfurdo per altri 170 km. Giovedì 18 giugno tappa sostanzialmente tranquilla (anche se di 200 km), prevalentemente in pianura che ha visto i piacentini sconfinare in Slovacchia, fino a Nitra.

“Venerdì 19 giugno – ha affermato Maltauro – è stata la giornata più impegnativa e ricca di salite. Dopo un po’ di pianura e qualche strappetto, siamo saliti alla prima asperità di giornata: i Monti Stiavnica, patrimonio dell’Unesco. Poi una lunga discesa verso valle purtroppo bagnata e fredda. Abbiamo affrontato un po’ di pianura nel traffico, per poi immergerci ancora nella natura, salendo la seconda asperità di giornata, molto più tosta, anche se più corta della prima. Successivamente, abbiamo scalato i Carpazi Occidentali, per arrivare, tra continui sali e scendi a Tatranska Strba, paese situato sul bacino del Fiume Tatra, tra Slovacchia e Polonia”.

“L’ultima tappa, quella di sabato 20 giugno, – ha aggiunto Sergio – è stata caratterizzata da temperature invernali prima e poi anche da acqua e grandine. Tutto questo, unito alle salite, ha reso la giornata ancora più ardua e difficile. Nuvole basse e 4° C sui Monti Tatri, poi un poco di sole e temperatura gradevole in vallata, subito guastati da un acquazzone. Ancora un breve respiro e poi un forte temporale con grandine e temperatura sugli 8° C, ci ha accompagnato per gli ultimi 70 km. Bagnati stanchi ed infreddoliti, siamo arrivati a Cracovia, ma felici dell’impresa”.

Un percorso di quasi 1500 chilometri, per circa 12.000 metri di dislivello che ha messo a dura prova gli atleti del Velosport, che sono riusciti però anche quest’anno a completare un’altra memorabile impresa. Come sempre hanno una meta e una guida ad aiutarli che quest’anno era Carol Wojtila, nato a 30 chilometri da Cracovia. “Nel centro della città, abbiamo visto la casa dove soggiornava quando rientrava per brevi periodi di riposo. Una finestra porta la sua immagine. E’ stato veramente emozionante”, ha concluso un altro borgonovese che ha preso parte a questa avventura

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Posted by redazione web on lug 8 2015. Filed under atleti, featured, interessanti, manifestazioni, news. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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